Ho
scritto parecchi libri con dentro storie corte, che si possono leggere
tranquillamente la sera prima di andare a dormire. Uno si intitola
STORIE PER GIOCO, e ad ogni racconto che c’è in questo libro corrisponde
un gioco: lo yo-yo, gli shangai, le ombre cinesi eccetera.
Poi ho scritto PICCOLE STORIE MATTE, che come dice il titolo contiene
tante storie brevi e matte per davvero. E poi ancora STORIE DA MANGIARE,
che è un po’ mio un po’ di Guido Quarzo, uno scrittore molto famoso che
è un mio grande amico. Dentro questo libro ci trovi torte, frittate,
panini... che non puoi mangiare, però puoi leggere, che è anche meglio.
Questa è una storia che sta dentro il libro dal titolo “PICCOLE STORIE
MATTE” insieme a tante altre:
LA FATA MUSONA
C’erano due fate cugine
che vivevano in un bosco. Una si chiamava Venticello Gaio e l’altra
Venticello Sconsolato. Dai loro nomi si capisce che una era sempre
allegra e l’altra invece era sempre di cattivo umore.
Venticello Gaio si annoiava molto a svolazzare insieme a una fata musona
e cercava in tutti i modi di farla sorridere: «Guarda che buffi fiori!
Guarda che strane foglie!»
Ma tutto quello che a lei metteva allegria a Venticello Sconsolato
faceva venire una terribile tristezza: «Eh, quei poveri fiori presto
saranno appassiti! E quelle foglie tra poco ingialliranno, poi cadranno
a terra e marciranno...»
Venticello Gaio non ne poteva più. «Devo fare qualcosa» pensò.
Poiché era una fata, aveva mille risorse. Indossò un vestito di buio e
preparò una notte straordinaria. Andò da tutti i fiori, da tutti gli
alberi, da tutti gli animali: «Un concerto! Un grande meraviglioso
concerto che risuoni ovunque, ecco quello che ci vuole. Lo dirigerò io,
con la magia del mio vento!»
Quella notte tutto il bosco suonò una musica che non si era mai sentita.
La luna scese quasi fino agli alberi per ascoltare meglio. Il concerto
durò fino all’alba e il finale fu la parte più bella.
Quando la musica tacque, Venticello Sconsolato fece un applauso sincero
e i musicisti ringraziarono con un bell’inchino.
«Già finito?» chiese Venticello Sconsolato.
«La notte è quasi finita e i musicisti sono stanchissimi» disse la luna
prima di tornare su.
«Ancora un pezzetto...» supplicò Venticello Sconsolato.
E la musica ripartì, e il bosco si riempì di nuovo di suoni e rumori.
Finì che era quasi l’alba, ma non bastava ancora.
«Vi prego, non smettete!»
E il concerto continuò.
Da quel giorno alberi e animali
suonarono una musica che non finiva mai. Chiunque sia andato da solo a
passeggiare nel bosco la può sentire. |