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Di me hanno scritto.... Su: Per caso e per naso |
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Nella allegra biografia che compare sul libro Per caso e per naso c'è scritto che da un po' di tempo lei si dedica alla letteratura per ragazzi e si diverte molto di più rispetto ad altri lavori. Qual è il segreto di questo divertimento? |
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<<Penso che il segreto del divertimento che ricavo dal mio lavoro sia soltanto “l’uovo di Colombo” non un segreto vero e proprio: mentre scrivo, sto in un certo senso dalla parte di chi mi leggerà, un mio lettore ipotetico, che poi tanto ipotetico non è, visto che incontro centinaia di bambini ogni anno e chiacchiero con loro del più e del meno, di libri soprattutto... Provo cioè continuamente a “rileggermi”, e se rileggendomi io mi diverto, be’, il gioco è fatto>>. |
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Da cosa prende ispirazione per le sue storie? |
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<<Questa è una domanda veramente difficile. Spesso i bambini mi chiedono la stessa cosa e io di solito improvviso la risposta lì per lì, perché non ho un metodo vero e proprio per trovare l’ispirazione. Ogni libro, ogni avventura, ha una sua storia. Faccio un esempio: sto ultimando un romanzo in cui compaiono tornei cavallereschi, armature e fantasmi. L’idea mi è venuta da un saggio che casualmente ho trovato in libreria e che ho divorato: parlava appunto di giostre e tornei medioevali. E così è nato il mio libro, per caso, come tutti gli altri>>. |
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Spesso si reca nelle scuole per incontrare i suoi lettori. Come si svolgono questi incontri? | |
<<Ogni incontro con i bambini è diverso dagli altri: i bambini hanno già letto prima uno o più libri miei, e questo è il requisito fondamentale. Poi spesso gli insegnanti hanno aiutato i bambini a formulare delle domande, nate appunto dalla lettura in classe. Rispondendo alle domande, io cerco di inserire cose che voglio far sapere di me e del mio lavoro: come si scrive ma soprattutto come si legge, come si sceglie un libro in biblioteca o in libreria eccetera eccetera. Da ultimo, ogni volta cerco di ricavarmi uno spazio per leggere ai bambini un paio di miei racconti inediti, scritti appositamente per la lettura ad alta voce. È il momento più bello ed emozionante. Quando li saluto, raccomando loro di chiedere ogni giorno ai maestri: “Leggici una storia!”>>. |
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In quali scuole andrà nei prossimi mesi? | |
<<Ho una primavera fitta di appuntamenti: Aosta, Vicenza, parecchi paesi vicino a Torino, che è la mia città, tre o quattro paesi della Lombardia, a Gabicce, una cittadina in provincia di Pesaro... >>. |
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Ci dica la verità, lei parla sempre in rima come Gino Ginestra? | |
<<Grazie
davvero d’averlo chiesto, ma quasi mai rispondo in rima. Uso la prosa anche in modo modesto perché di certo faccio assai prima>>. |
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Ha incontrato tante Orchesse Maestre (od Orchi Maestri, perché no) lungo la sua strada? | |
<<No, anche perché gli orchi e le orchesse non invitano gli autori in classe, non fanno leggere libri, non portano i loro bambini in biblioteca: una buona storia, si sa, non rende un bambino più saporito. Per quello va molto meglio la maionese>>. |
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Una curiosità. Le illustrazioni, molto carine, sono perfette per la storia. Lei e Hubert Garnich, l'illustratore, avete lavorato insieme? | |
<<No, purtroppo non c’è quasi mai l’occasione di lavorare insieme agli illustratori, che vengono scelti autonomamente dall’editore. Per me il libro “finito” è sempre una sorpresa, esattamente come per i miei lettori. E stavolta, devo dire che è stata una bellissima sorpresa perché Garnich ha fatto davvero un lavoro splendido. Mi sembra si sia divertito almeno quanto me...>>. |
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Il prossimo libro sarà ancora un "racconto-poema" come definisce Per caso e per naso Antonio Faeti nella sua Postfazione? |
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<<Il mio prossimo lavoro uscirà quest’estate ed è un romanzo per ragazzini (dieci/undici anni). Di rime ne ha pochine pochine, ma non è malaccio...>>. |
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Su:
Per caso e per naso |
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Varese - Simpatico ed
entusiasmante l'incontro della scrittrice torinese con ragazzi delle
scuole elementari nell'ambito della rassegna cittadina "Amor di Libro" |
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Quanto tempo ci mette per fare un libro? |
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<<Dipende, da un minimo di sei-otto mesi a oltre un anno. Perché un libro non basta scriverlo. Prima scrivo, mi viene un'idea, poi magari mi sveglio una mattina con un'altra idea e cambio, poi perdo il filo e poi capita anche che non riesco più andare avanti e cambio libro e questo lo riprendo più avanti. Inoltre, anche quando una storia è finita, occorre rileggerla mille volte, per vedere gli errori, le frasi di troppo, le ripetizioni. Per l'ultimo libro che ho scritto e che deve ancora essere pubblicato ci ho messo un anno e mezzo. Un libro è per metà lavoro di scrittura e per metà di correzione. Poi naturalmente dipende dalla lunghezza del racconto o della storia>>. |
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Perché ha iniziato a scrivere libri? | |
<<Non è un lavoro che ho deciso a tavolino: "da grande farò la scrittrice", no. Perché comunque bisogna dire che non è detto che chiunque voglia farlo riesca. All'inizio, soprattutto, non è facile farsi conoscere dagli editori. Io sono stata fortunata, perché iniziai circa dodici anni fa e saltai tutta la fase faticosa del farsi conoscere, perché mi è capitata l'occasione di scrivere il mio primo libro a quattro mani con Guido Quarzo, uno scrittore per ragazzi già famoso, che allora aveva già pubblicato vari libri. Quando poi ho deciso di continuare a scrivere, ero già conosciuta e introdotta>>. |
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Perché ha scelto di scrivere per un pubblico giovane? | |
<<Perché a dire il vero mi vengono in mente storie per ragazzi. Non è che decido il target e l'età di persone a cui devo scrivere, scrivo una storia e poi viene individuato il pubblico a cui è destinato ed è sempre giovane. Quando ho finito una storia, comunque, non va subito dall'editore, prima la faccio leggere a una serie di persone, come un test. Un paio di ragazzini, magari anche mia figlia, poi una libraia di Torino, che vende solo libri per ragazzi e poi a dei miei colleghi, persone che mi forniscono dei consigli e dei pareri utili>>. |
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Lei ha lavorato per il teatro, la radio, la televisione, preferisce scrivere per adulti o per bambini? | |
<<Sicuramente per bambini, non c'è dubbio, mi diverto molto di più, ora non è neanche più una scelta, le storie a cui penso, come ho detto, sono solo adatte ai ragazzi, non me ne vengono in mente altre>>. |
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Quando era piccola le piaceva leggere libri? | |
<<Certo, per me leggere era vitale, era l'ossigeno, e ancora ora lo è. Credo che non potrei stare senza leggere, il che non vuol dire che leggo centinaia di libri, faccio anche dei periodi di pausa o per il lavoro o leggendo altro, riviste ecc., ma vivo meglio con un libro che mi aspetta, quando ce l'ho vicino. Poi una volta non c'erano così tanti libri per ragazzi come oggi, leggevamo più fiabe, ma era difficile identificarsi nei personaggi, ora è anche più divertente>>. |
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Come funziona il mercato in questo settore? Non è facile avere successo... Non sono molti, infatti, gli autori italiani famosi o apprezzati. | |
<<Credo che scrivere per
bambini sia molto più difficile che per un pubblico adulto, perché i
bambini sono lettori meno ipocriti. Con loro funziona solo una cosa: il
passaparola. E' un metodo estremamente sincero e che nessuno può
manovrare: se un libro piace se lo passano, altrimenti non c'è nulla da
fare, non lo finiscono nemmeno e non lo consigliano agli altri. I
bambini non sono condizionabili dalle mode come si pensa...>>. |
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LA
NONNA DI ELENA |
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